Il colesterolo è una molecola appartenente alla classe degli steroli. Più comunemente è definito come grasso o lipide. Il suo nome di origine greca è composto dai termini chole (bile) e stereos (solido).
E’ una sostanza bianca e di consistenza cerosa fondamentale per la vita degli organismi animali.
Il fegato è l’organo deputato alla sua produzione e al suo metabolismo.
Le funzioni del colesterolo
Come tutte le sostanze grasse svolge importanti funzioni:
- compone con altre sostanze le membrane cellulari e diversi tessuti;
- partecipa alla formazione delle guaine protettive dei nervi;
- conserva il calore corporeo per proteggerlo dagli sbalzi di temperatura;
- ha un ruolo fondamentale nella formazione della vitamina D;
- riveste i principali organi interni (cuore e reni);
- aiuta la pelle a conservare idratazione ed elasticità;
- è uno dei mattoni da cui inizia la creazione degli ormoni corticosurrenali, degli estrogeni e del progesterone presenti nelle ovaie, del testosterone nei testicoli e della tiroxina prodotta dalla tiroide.
Cos’è la colesterolemia
La sua concentrazione nel sangue è definita colesterolemia ed è indicata da tre parametri:
- LDL (Low Density Lipoprotein o lipoproteina a bassa densità, è nemica della salute. Il suo compito è trasportare il colesterolo nello strato cellulare che riveste le pareti interne dei vasi sanguigni in cui forma depositi di grasso chiamati “ateromi”, da cui il termine “aterosclerosi”. L’accumulo della lipoproteina provoca irrigidimento dei vasi che, riducendo il flusso sanguigno, crea problemi a livello cardiovascolare e facilita l’insorgenza di ischemie. Il sedimento dei lipidi diminuisce anche l’ossigenazione dei tessuti e ostacola l’eliminazione delle sostanze tossiche causando angina, infarto e demenze);
- HDL (High Density Lipoprotein o lipoproteina ad alta densità, è amica della salute perché trasporta il colesterolo al fegato affinché quest’organo provveda alla sua eliminazione, mantenendo bassi o comunque nella norma i livelli di colesterolo);
- colesterolo totale che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità non deve superare complessivamente i 200 mg/dl. Una concentrazione superiore alla soglia massima raccomandata è definita ipercolesterolemia.
Colesterolo: le cause
Le cause dell’aumento dei valori del colesterolo nel sangue possono essere disparate.
Uno stile di vita improntato ad un’alimentazione troppo ricca di grassi, una scarsa attività fisica, sovrappeso e fumo (danneggia le pareti arteriose rendendo più elevato il rischio di deposito dei grassi nel sangue) contribuiscono notevolmente all’insorgenza di questa patologia.
Ai menzionati fattori di rischio, causa del colesterolo alto, se ne affiancano alcuni di natura ereditaria (ipercolesterolemia genetica, ipertensione arteriosa, diabete) e altri di tipo soggettivo come l’età, il cattivo funzionamento della tiroide, malattie del fegato e dei reni, ritmi di vita stressanti.
Il trattamento farmacologico per la riduzione dei livelli di colesterolo prevede il ricorso alle statine. Di solito queste sostanze non hanno particolari controindicazioni e non causano problemi, ad eccezione di lievi disturbi allo stomaco e stitichezza.
Anche l’assunzione sotto controllo medico di vitamina B può essere un valido aiuto.
In passato si ricorreva con minore frequenza alle terapie farmacologiche, perché si riteneva che la prima strategia da mettere in atto fosse quella alimentare, prescrivendo la drastica riduzione di tutti quei cibi che ne erano particolarmente ricchi.
Questa tattica, sicuramente molto utile, è tuttavia meno incisiva di quanto si possa pensare, perché il colesterolo è un sostanza che viene prodotta dal nostro organismo e che ha meccanismi di autoregolazione attraverso i quali, se si introducono con il cibo pochi grassi, il corpo ne produce di più. Detto questo non si vuole certo sminuire il valore e l’importanza di abitudini dietetiche corrette. E’ però giusto far presente che la nutrizione è uno dei tanti dei fattori di rischio, perché è stato dimostrato che essa influenza i livelli di colesterolo nel sangue solo nella misura del 20%.
E’ importante inoltre precisare che non sono solo i cibi ricchi di colesterolo (carne, nei salumi, negli oli di cocco e di palma, nella pelle del pollo, nel latte intero, nei formaggi, nel burro, nella panna e in tutte le preparazioni di pasticceria, compreso il cioccolato) ad essere responsabili dell’ipercolesterolemia.
I carboidrati e gli zuccheri in generale, ad esempio, sono sostanze indispensabili affinché l’organismo produca endogenamente il colesterolo. Se si consumano pietanze ricche di carboidrati, il colesterolo aumenta a causa di un enzima presente nel fegato e che sintetizza il colesterolo, la cui attivazione dipende dall’insulina i cui parametri, come sappiamo, sono influenzati dall’entità dei glucidi assunti attraverso gli alimenti.
Il comportamento più sensato per contrastare l’insorgenza delle malattie correlate all’ipercolesterolemia (patologie cardiache, ictus) deve improntarsi ad abitudini di vita corrette e a controlli ematici periodici (ad intervalli non superiori di due anni), a partire dai 20 anni d’età.
L’ipercolesterolemia non si manifesta tramite sintomi facilmente riconoscibili, ad eccezione di quella di origine ereditaria, che solo quando è in uno stadio avanzato si palesa con forti mal di testa, confusione, senso di oppressione toracica e crampi durante l’attività fisica.
Quali alimenti contengono più colesterolo?
Ora che avete qualche informazione in più sul rapporto tra livelli di colesterolo e alimentazione, vediamo quali cibi contengono maggiori quantità di colesterolo cattivo, considerando una porzione di 100 g. In base alla misurazione del contenuto netto di steriode, i cibi che contengono maggiori quantità di colesterolo sono:
- i grassi di origine animale, in genere usati come condimento, come burro, strutto e lardo;
- alcune tipologie di interiora e frattaglie, in ordine cervello, reni, fegato e cuore;
- le uova e le carni grasse di volatile, in particolare la pelle del pollo;
- i crostacei e i molluschi bivalvi, dai gamberi ai granchi, dalle ostriche alle cozze;
- formaggio e prodotti caseari stagionati;
- dolci di pasticceria e al cucchiaio, in quanto preparati con gli ingredienti sopracitati.
Diminuendo l’assunzione di cibi ricchi di grassi saturi e incrementando quella di grassi monoinsaturi, si può infatti intervenire sul metabolismo dei livelli di colesterolo nel sangue.
Ci sono infatti molti altri cibi la cui assunzione aiuta a ridurre l’assorbimento di colesterolo. Stiamo parlando di alimenti ricchi di fibre, come avena, crusca e soia, nonché la frutta secca, come noci, arachidi e semi di girasole, ricchi in omega 6. Ottimo per contrastare l’accumulo di colesterolo è anche il pesce azzurro, che contiene molti acidi grassi, e le olive, e quindi l’olio extravergine d’oliva, condimento più indicato per chi soffre di ipercolesterolemia.
Facendo attenzione alle intolleranze, potete quindi sfruttare le loro proprietà benefiche e inserirli nella vostra dieta, per aumentare il vostro stato di benessere senza fare troppe rinunce a tavola.
Come combattere il colesterolo con rimedi naturali
Tuttavia se le analisi del sangue rivelano la presenza di valori elevati di colesterolo, è possibile correre ai ripari adottando delle semplici ed efficaci strategie naturali:
- utilizzare con parsimonia i condimenti e preferire quelli di origine vegetale (olio d’oliva);
- bere almeno 2 litri di acqua al giorno, o altri liquidi che contengano acqua; nel caso non possiate fare a meno del latte vaccino a colazione e delle dosi di calcio che regala all’organismo, meglio preferire quello scremato, biologico e delattosato, più leggero e digeribile;
- evitare fumo, alcolici, bibite zuccherate, prodotti da forno conditi, carni grasse, insaccati, formaggi e latticini, dolci in genere;
- limitare il consumo di uova a due alla settimana preferibilmente alla coque, sode o in camicia;
- consumare più pesce (preferibilmente magro) e legumi, come fonti proteiche sostitutive della carne;
- variare l’alimentazione e non saltare i pasti;
- consumare almeno due porzioni di frutta e di verdura al giorno;
- incrementare l’assunzione di cibi integrali;
- preferire le cotture alla griglia, al vapore, ai ferri, al forno, preferendo olio d’oliva, limone e spezie per insaporire i cibi;
- fare una regolare attività fisica tutti i giorni (a seconda delle condizioni fisiche può essere sufficiente una passeggiata di 30 minuti a passo sostenuto, anche suddivisa in due tappe da 15 minuti ciascuna);
- controllare le etichette alimentari ed evitare preparazioni che contengono grassi idrogenati;
- assumere regolarmente almeno 25 grammi al giorno di proteine della soia e cibi ricchi di vitamine A, B ed E.
Se poi si vogliono evitare i farmaci, il quadro clinico lo consente e le concentrazioni di colesterolo non sono troppo elevate, in alternativa è possibile ricorrere alla medicina cinese o a terapie erboristiche, fitoterapiche, omeopatiche e aroma-terapiche.