Il latte come è noto è l’alimento principale che fa parte fin dalla nascita dell’alimentazione e, anzi, è quello esclusivo per i primi mesi. Il latte materno è infatti un cibo completo che sopperisce a tutti i nutrienti necessari alla crescita dei bambini in età pediatrica. Durante tutta la vita poi occupa un posto importante in un’alimentazione sana e completa.
Le componenti nutritive del latte
Tra le componenti nutritive del latte ci sono le proteine, tra cui la caseina, la proteina maggiormente presente (circa 80% della frazione proteica) e che le proteine del siero costituiscono circa il 20% delle proteine totali.
La caseina si separa dal latte per acidificazione o per azione enzimatica coagulando e formando una massa che precipita sul fondo. Le proteine che rimangono in sospensione sono quelle del siero. In ultima analisi le proteine vengono private del contenuto di acqua e possono anche essere utilizzate per la commercializzazione sotto forma di integratori.
Le proteine del latte sono diverse e tra queste la caseina, che è quella contenuta in maggiore quantità, mentre le beta-lattoglobuline e le alfa-lattoglobuline rappresentano circa il 20% del totale proteico.
A cosa servono le proteine del latte
Le proteine del latte hanno la funzione fondamentale di aiutare l’organismo a formare gli aminoacidi che costituiscono la massa muscolare. Possiamo infatti immaginare gli aminoacidi come tanti mattoncini che subito si attivano nel nostro organismo. E’ per tale motivo che per gli sportivi è importante inserire nella propria dieta le proteine in quanto aiutano anche a mantenere la forma e a bilanciare e regolare l’azione dei grassi, impedendo di prendere peso. In tal senso pianificano anche l’assunzione extra attraverso integratori in polvere diluiti, da bilanciare sia in base al regime di allenamento che alla dieta seguita.
In tal modo i muscoli aumentano di volume al pari della forza e della resistenza fisica ed è per tale motivo che l’integrazione aggiuntiva di proteine deve essere scrupolosamente pianificata da un medico. L’apporto abnorme e non necessario di proteine, in questo caso del latte, richiedono uno sforzo inconsueto al fegato e ai reni, e sotto stimolazioni prolungate nel tempo possono anche danneggiarli.
Nei bambini è importante anche l’apporto dei grassi presenti nel latte che con le proteine che favoriscono la crescita equilibrata.
Le proteine del latte materno e di quello vaccino
La completezza nutrizionale del latte materno è dovuta anche alla sua composizione che segue naturalmente le fasi di crescita del neonato, a cominciare dal colostro, che è il primo latte secreto solitamente di colore giallo sieroso e ricco di anticorpi, presente nei primissimi giorni dopo la nascita.
La natura infatti ha predisposto che la madre possa trasmette gli anticorpi e le difese immunitarie necessarie in un organismo che si trova ancora indifeso rispetto agli attacchi batterici esterni.
Proprio per questo i pediatri si trovano concordi nel consigliare l’allattamento al seno almeno per il primo anno di vita, altre correnti medico-scientifiche invece lo promuovono anche superati i 2 anni.
In totale il latte materno trasmette al bambino circa il 2% delle proteine che lo aiuteranno nei mesi successivi a crescere, considerando che soltanto con questo alimento raddoppia il peso intorno ai 5-6 mesi.
Le proteine quindi e gli altri nutrienti contenuti nel latte permettono una crescita relativamente veloce dell’organismo, un particolare che suggerisce una diminuzione di proteine nella dieta dell’adulto che ha già completato lo stesso processo di crescita sia ossea che dei tessuti molli.
Il lattosio favorisce invece i processi digestivi e l’equilibrio della flora intestinale, particolarmente nel neonato che in questa fase è più soggetto a disfunzioni dello steso apparato digerente.
Il latte vaccino è considerato quello che più si avvicina alla composizione organolettica del latte materno ma presenta una percentuale maggiore di proteine (intorno al 3,5%) e anche di grassi.
Per questo motivo è spesso diluito con una parte di acqua se si tratta dell’alimentazione di un neonato, in quanto non è indicato per la sua crescita e potrebbe determinare squilibri metabolici che si protrarrebbero anche in età adulta.
L'intolleranza alle proteine del latte
L’allergia alle proteine del latte, sia materno che di origine vaccino, è una reazione alle lattoalbumine (che si trovano in quello della madre) o alle lattoglobuline (presenti in quello vaccino) e si manifesta fin dalla nascita e meno di frequente negli adulti: si tratta dell’allergia ai latticini propriamente detta. Vi è la possibilità di scomparsa dell’allergia dopo il terzo anno di vita del bambino.
I bambini intolleranti alle proteine del latte hanno un rigurgito persistente, sintomi asmatici ed eruzioni cutanee fino ad arrivare allo shock. Il latte vaccino e, nel raro caso d’intolleranza anche al latte materno, va sostituito con latte alternativo, per esempio con latte in polvere appositamente formulato, latti diversi dal latte vaccino, latti vegetali o altre formulazioni specifiche adatte alla crescita.
Negli adulti l’intolleranza al latte si manifesta con difficoltà digestive, sindrome da colon irritabile, colite e basta evitare per qualche tempo l’assunzione di questo alimento oppure scegliere prodotti senza lattosio, proteina che l’organismo non riesce a trasformare in zuccheri semplici.
Più grave dell’intolleranza, l’allergia alle proteine del latte determina invece una reazione infiammatoria di tipo immunitario che porta disturbi che vanno dal reflusso gastro-esofageo alla dermatite, alla diarrea.
L’allergia alle proteine del latte deve essere diagnosticata attraverso il Breath Test e prove allergiche mirate che determineranno la scelta del regime alimentare che possa rieducare l’organismo a riconoscere come “amiche” le stesse proteine.
Un alimento completo
Oltre alle preziose proteine citate, il latte contiene molte altre sostanze essenziali per rinforzare le nostre ossa e il nostro sistema immunitario, come enzimi, batteri benefici, vitamine e calcio, per cui risulta l’alimento ideale per la nutrizione degli infanti, e più in generale per l’alimentazione umana e il benessere del nostro corpo.
Quando acquistiamo il latte o gli alimenti da esso derivati, come burro, panna, yogurt e formaggio, non dimentichiamoci di controllare che trattamento ha subito il latte e le percentuali di grassi, zucchero, proteine e sostanze che ancora contiene. Diverse tipologie di latte possono infatti risultare migliori a seconda delle nostre esigenze.
Per esempio, chi sta seguendo un regime di dieta ipocalorica, non deve necessariamente evitare il consumo del latte ma magari gli converrà scegliere il latte magro e scremato piuttosto che quello intero.
Anche chi è intollerante al lattosio o a problemi a digerire latte e latticini, non deve per forza rinunciare ai benefici di questo alimento: può sempre consumare prodotti delattosati o con basse percentuali di lattosio, per godere dell’ottimo apporto proteico del latte senza incorrere in fastidi e problemi di digestione.