Non c’è niente di più sano che bere una bella tazza di latte, proprio come dicevano le nostre nonne quando ci preparavano, con tanto amore, quando eravamo bambini, la colazione o la merenda. Nutrirsi con un alimento così ricco di principi benefici per il nostro organismo è un’abitudine che in molti hanno mantenuto anche in età adulta.
Il latte delattosato per contrastare le intolleranze e allergie
Purtroppo, concedersi questo piacere non è da tutti, a causa delle intolleranze, allergie o cattiva digeribilità che il latte, intero o parzialmente scremato, può comportare. Di fronte a disturbi quali mal di pancia, bisogno irrefrenabile di andare in bagno, nausea, sensazione di gonfiore e molti altri, spesso, semplicemente si rinuncia ad assumerlo, escludendolo completamente dalla propria dieta.
Questa non è la soluzione ideale, perché in linea di massima, in assenza di allergie gravissime, bisognerebbe cercare di mantenere comunque tutti gli alimenti nella propria dieta e non eliminarli completamente: nel caso vi rendiate conto di avere problemi a digerire il latte, conviene sempre rivolgersi al proprio medico di fiducia, per capire le cause e l’entità del disturbo riscontrato, in modo da agire in maniera efficace per il vostro benessere.
In particolare, tra le patologie che più di altre vengono provocate dall’assunzione di latte o di altri latticini, figura la sindrome del colon irritabile, volgarmente detta ‘colite‘. Il colon è un organo del corpo umano situato alla fine del tratto intestinale con funzioni ausiliarie che si esplicano nel sintetizzare l’acqua, i sali minerali e le vitamine che si assumono con l’alimentazione. Le attività del colon, se delicato e sensibile, possono essere messe a dura prova da alcuni cibi, quali i latticini, le spezie piccanti e le uova. L’organo, irritandosi, provoca nell’individuo affetto da tale sindrome, un senso di stanchezza e pesantezza, accompagnato da spasmi irresistibili e dolore al basso ventre. La gravità dipende molto dalla predisposizione ereditaria. Molti individui manifestano sintomi in forma lieve, altri in forma molto grave che necessita, anche se raramente, di ricoveri e cure ospedaliere. Le terapie previste, per la cura di questa delicata forma di intolleranza, non sono ancora efficaci, e, nell’attesa di approntare trattamenti più performanti, i medici, generalmente, consigliano ai propri pazienti di seguire un regime alimentare completamente privo delle sostanze che possano in qualche maniera comportare lo stato di disagio. Un’eliminazione completa di cibi, magari un tempo consumati con gusto e piacere, ma che, facendo del male all’organismo, devono purtroppo essere esclusi dalla vita quotidiana. Questo cambio di routine non viene accettato da tutti di buon grado, non sempre è facile rinunciare a qualcosa che piace molto, ed in particolare ad un alimento primordiale come il latte.
Il lattosio: composizione e intolleranze
Riguardo alla composizione chimica, il lattosio contenuto naturalmente nel latte, in una percentuale che si aggira intorno al 4,5%, rende per alcuni soggetti, predisposti sin dalla nascita oppure divenuti intolleranti dopo la pubertà e oltre, l’alimento indigesto. Alcuni bambini, col passaggio dal latte materno, ovviamente ben tollerato perchè quanto di più genuino e compatibile possibile con l’organismo, manifestano episodi di scarsa digeribilità che possono sfociare a malessere tutti a carico dell’apparato digerente.
Privarsi semplicemente del latte, eliminandolo completamente dalla routine quotidiana comporta irrimediabilmente una carenza di calcio, vitamina b e vitamina d che sono fondamentali per lo sviluppo della colonna vertebrale, e delle ossa in generale, della vista, dei muscoli e di tutti gli organi vitali del corpo umano. E’ possibile, per ovviare a questa mancanza, seguire un regime alimentare di compensazione, a base di yogurt o formaggi, in cui il lattosio essendo fermentato non provoca pesantezza allo stomaco e all’intestino, ma niente è minimamente paragonabile alla ricchezza nutritiva che si può assumere attraverso la consumazione giornaliera del latte.
Latte senza lattosio: studi e ricerche
Con l’ampliarsi delle ricerche in materia, studi clinici, analisi rigorose e dettagliate, si è riusciti a modificare la struttura molecolare di questo importante alimento, senza comprometterne il gusto e la natura, per fare in modo che diventasse digeribile per tutti, anche per coloro i quali non potevano, a causa dei problemi poi conseguenti, neanche assaggiarlo.
Dall’impegno di giovani e brillanti ricercatori, nel settore della chimica collegata ai prodotti agroalimentari, nasce il latte a ridotto contenuto di lattosio, buono, sano e leggero.
Noto anche come latte HD, ossia High Digestible, il latte delattosato o ad alta digeribilità si ottiene sottoponendo il latte ad idrolisi enzimatica del lattosio. Attraverso questo processo è possibile infatti diminuire in maniera drastica la quantità iniziale di lattosio, permettendo anche a chi è intollerante al lattosio il consumo del latte e dei suoi derivati.
L’idrolisi lattica è un vero e proprio processo biochimico, che tuttavia non va ad intaccare le componenti positive del latte, garantendo quindi gli stessi benefici per il nostro organismo.
L’attivazione di questo tipo di idrolisi avviene attraverso l’utilizzo di alcuni enzimi, principalmente lattasi di lieviti e lattasi fungine, che possono essere usate alternativamente, valutando anche il pH del latte e la temperatura a cui si intende trattarlo. Le lattasi di lieviti, per agire, necessitano infatti di una temperatura media e di un pH neutro, mentre le lattasi fungine si attivano con temperature alte e in presenza di acidità.
Il prodotto finale di queste due diverse tipologie di trattamento resta comunque il latte delattosato, che mantiene la bontà del prodotto originale senza dare nessun problema di digestione.
Latte delattosato fa rima con Zymil
Il latte Zymil, fiore all’occhiello dei prodotti Parmalat, rappresenta un’innovazione rispetto a tutti gli altri alimenti presenti in commercio. Dotato di una digeribilità altissima, in quanto, grazie alla scissione molecolare, la presenza di lattosio assestata generalmente sul 4,5% scende ben sotto lo 0,5%, non viene minimamente intaccato nel gusto, che rimane quello del latte tradizionale, ricco di principi attivi che fanno tanto bene a grandi e piccini.
Con Zymil rinasce la voglia di bere una buona tazza di latte, alla quale inevitabilmente in passato, chi presentava problemi localizzati nella fascia degli organi deputati alla digestione, doveva rifiutare.
Si può definitivamente dire stop alle rinunce, al disagio che si aveva nel mangiare alcuni alimenti pur non potendo, al timore di stare male e quindi al senso di inadeguatezza che questo stato di cose inevitabilmente comportava.
Il latte a ridotto contenuto di lattosio è la risposta perfetta anche per le esigenze degli anziani, dal fisico più provato dagli anni, che amano comunque fare ogni giorno una colazione a base di questa tipologia di latte, più idonea agli stomaci sofferenti.
E’ bene ricordare anche che il lattosio, contenuto nel latte, è un elemento della sua massa grassa quindi la sua scissione implica un’abbattimento notevole delle calorie.
Il consumo di questo prodotto è pertanto vivamente consigliata non solo agli allergici o agli intolleranti, ma anche a coloro i quali, per motivi di salute o semplicemente per stare attenti alla linea e alla forma fisica, preferiscono alimentarsi con prodotti light.
Perché scegliere il latte ad alta digeribilità Zymil?
Per le sue qualità organolettiche, la bontà di Zymil non si esplica solo con un consumo puro e semplice ma si esprime al meglio come ingrediente di molte altre ricette. Avendo delle componenti, come si è detto ampiamente, molto più digeribili rispetto ai prodotti classici, può essere felicemente impiegato per la preparazione di molte pietanze succulente ma a ridotto contenuto calorico.
Ampio spazio alla fantasia, sostituendo il prodotto a quelli generalmente usati, per l’arricchimento di piatti senza però rinunciare al gusto.
Parmalat offre Zymil in due versioni adatte a soddisfare le esigenze di tutte le famiglie.
Una versione fresca, da conservare in frigorifero, dalla tipica bottiglia in plastica blu che scherma la luce proteggendone il prezioso contenuto, da consumare entro pochi giorni dall’apertura.
La versione UHT, sottoposta ad un trattamento ad altissima temperatura che ne prolunga la freschezza fino a quattro mesi dall’acquisto. Nel pratico Tetra Pak o nella bottiglia in plastica, da conservare in dispensa e in frigo una volta aperto.
Amore e passione che fanno di Parmalat una garanzia.